L’innovazione fatta con gli studenti genera entusiasmo e creatività in tutta l’azienda.

Gabriele Cesari di Servizi Italia ci racconta l’esperienza con il programma di innovazione internazionale CBI di cui Almacube è partner tecnico
CBI (Challenge Based Innovation) è un programma internazionale di Open Innovation finalizzato a generare nuove idee e si svolge nell’ambito di IdeaSquare, laboratorio di open innovation del CERN di Ginevra. Vengono selezionati studenti di ogni area disciplinare delle Università di Bologna, Ferrara, Modena e Reggio Emilia che formano un team interdisciplinare focalizzato sulla risoluzione di una sfida di innovazione aziendale.
Dottor Cesari, cosa ha rappresentato per voi aderire al programma?
Il progetto CBI è stata un’esperienza emozionante e di crescita professionale, per i ragazzi ma anche per i nostri dipendenti. Il team composto da studenti dell’Università di Bologna e dell’Università di Ferrara è stato in grado di esprimere idee innovative e di grande utilità per la nostra impresa, il tutto in un arco di tempo molto ridotto. Abbiamo toccato con mano come la multidisciplinarietà e i background molto diversi degli studenti aggiungano valore, generando idee che non circolano normalmente nell’azienda ma neanche nel nostro settore.
CBI ha rappresentato un’opportunità per gli studenti ma senza dubbio anche per il nostro personale. Nei mesi di lavoro assieme il team ha contattato e si è confrontato su svariate tematiche, coinvolgendo figure afferenti a uffici diversi, suscitando interesse per la sfida e impegno diretto da parte dei colleghi.
I giovani, così pieni di grinta ed entusiasmo, hanno diffuso nell’organizzazione un clima positivo di energia e voglia di ripensare processi e progetti.
Quanto era “tecnica” la sfida posta al gruppo di talenti multidisciplinari?
Siamo una realtà industriale operante in un settore tecnico-specialistico molto ben delimitato: Servizi Italia è una società quotata in borsa che opera nel settore del lavanolo e della sterilizzazione di tessili e strumentario chirurgico.
Lavorare con e per le persone è il cuore della nostra attività, tutto quello che facciamo serve a soddisfare i bisogni del nostro cliente finale, per la maggior parte ospedali e strutture sanitarie di tipo pubblico. Abbiamo anche i nostri “clienti interni”, ovvero i lavoratori, che svolgono mansioni anche gravose. Infine, il driver della sostenibilità è al centro della nostra strategia presente e futura.
Da qui la scelta di porre una sfida a cavallo tra questi tre mondi: come possiamo aumentare le prestazioni ambientali del servizio di lavanolo, nel rispetto dei criteri ambientali minimi e delle persone coinvolte nel servizio?
Lavorare su un progetto reale ha permesso ai ragazzi di comprendere le dinamiche aziendali, ma il venire da un mondo ancora lontano dalla realtà industriale gli ha anche permesso di pensare out of the box, toccando con mano esigenze e requisiti e cercando delle vere applicazioni alle loro idee.
Qual è stato il momento saliente di un programma durato 5 mesi?
Senza dubbio la visita al CERN di Ginevra, avvenuta a Marzo 2022: è stata la degna conclusione del progetto, ha evidenziato l’efficacia, l’energia e la positività derivante dal programma e restituito all’azienda la consapevolezza che lavorare con team di studenti non solo è possibile ma è ciò di cui abbiamo bisogno.
L’esperienza di andare a vedere un posto così magico, culla della scienza europea e globale, ha diffuso grande entusiasmo e gratitudine anche nei colleghi di Servizi Italia che hanno partecipato. Le aziende hanno bisogno anche di questi momenti ispirazionali.
Voglio fare un applauso all’Università di Bologna e ad Almacube per questa bellissima opportunità di collaborazione tra Università e imprese. Ho tre figli, di cui uno all’estero, e sono lieto di vedere che anche in Italia si organizzano e gestiscono iniziative di così alto valore.